lunedì 31 dicembre 2012

2012 Dodici sfumature di grigio


Si conclude oggi l'annata 2012.
Annata strana.
La metterò nella cantina, in un buon posto.
Gli amici che la visiteranno potranno assaporarne l'essenza. Ma non coglierla. 
Soltanto un esperto sommelier, dopo un'attenta degustazione, potrà carpirne l'intensità e la complessità. L'annata 2012 richiede una profonda analisi sensoriale.
her.etico




"Basta che ce sta 'o sole,


ca c'é rimasto 'o mare,


'na nenna core a core,


'na canzone pe' cantá:


chi ha avuto, ha avuto, ha avuto:


chi ha dato, ha dato, ha dato,


scurdammoce 'o passato..."



                                                           La scapigliata di Leonardo

Qualunque sofferenza che non sia insieme conoscenza è inutile.
Ricordarlo, visto che riesce tanto penosa.
da Il mestiere di vivere di Cesare Pavese

martedì 18 dicembre 2012

Forse non lo sai ma pure questo è amore

Non a tutti è dato vedere la grandezza e la saggezza del fanciullo che si dona,
senza difese e senza pretese,
facendo della gentilezza e dell'allegria il suo credo.
A chi lo addita stolto lui ride,
sotto i baffi di cioccolato
 e porta avanti la sua rivoluzione.
Perchè in ogni fanciullo c'è rivoluzione.
E a chi approfitta della sua energia, lui sorride.
E si concede.
Ma ha ben chiaro chi la merita.   
her.etico






Molto tempo fa gli uomini decisero, non ci è dato sapere il perchè, di catalogare l'energia che si diffondeva dal loro essere e si alimentava attraverso lo scambio con quella di altri esseri.
Nacquero così delle categorie chiamate "rapporti" con delle regole e dei vincoli abbastanza precisi da rispettare.
Alcuni di questi rapporti hanno visto nascere con il tempo la necessità di stipulare dei veri e propri contratti che vengono avallati da testimoni e guru di varia appartenenza. Contratti preceduti a volte da compromessi e acconti pre-rogito.
Altri rapporti invece si avvalgono di taciti consensi.

Non sono tante le categorie.
Anzi sono pochissime. Neppure una mano intera serve per contarle.

Tanta e articolata, invece, sarebbe l'energia, che si trova così costretta ad incanalarsi dentro a schemi piuttosto riduttivi.
E perde in potenza.

Probabilmente, tutto ciò, poco si confà con gli animaletti che, in fondo, siamo.
Ognuno diverso dall'altro e con predisposizioni e caratteristiche tutte particolari.

Questo catalogo dei rapporti ha creato una conseguenza, un catalogo di personaggi:
ed ecco che abbiamo:
Lo sposato e la sposata.
Il separato e la separata.
Il divorziato e la divorziata.
Il putto, la zitella, lo scapolo, il single e la single.
L'impegnato e l'impegnata. (categorie presenti anche su facebook)
Il compagno e la compagna. (categoria nata nel 1869)
L'amico e l'amica.
L'amante. (qui non abbiamo il femminile e il maschile poichè l'amante ha un solo ed unico scopo comune. In teoria ama.)

Ogni personaggio ha ovviamente un suo ruolo che, non può variare, se non con l'obbligo di cambiare nome e posizione sul catalogo.

Altre comparse ruotano attorno ai personaggi.
Ed ecco che abbiamo creato la suocera e lo suocero, il cognato e la cognata. Figuri che non sempre coincidono per affinità elettive con le nostre naturali predisposizioni.
In fondo al catalogo vi sono anche posti meno ambiti. Coloro che vengono volgarmente chiamati "cornuti".
Categoria strettamente collegata all'appartenenza.

Con il passare dei secoli e l'avvento di quella cosa che chiamiamo "evoluzione" per l'essere umano è diventato sempre più complicato raccapezzarsi dentro queste categorie e con l'avvento della rivoluzione industriale anche un po' problematico gestire l'energia.
Si è anche aggiunta una parolina nuova a tutta questa difficoltà.
Alienazione.  (disagio dell'uomo nella moderna civiltà industriale, nella quale l'artificio che gli è proprio lo fa sentire lontano dalle proprie radici naturali)
Per molti, permane la garanzia del regolamento, al quale si affidano con inconscia rassegnazione; amplificata dal sempre minor tempo e dalla sempre maggiore propensione alla robotizzazione che tanta serenità dona ai nostri organi.
Per altri, il regolamento viene interiormente modificato a seconda dei casi e delle situazioni. O occasioni.
Le categorie rimangono tali ma, cosa che accadeva anche nel passato, con sotterfugi di varia natura e omissis andreottiani, si raggirano le regoline e si spazia da una categoria all'altra. Silenziosamente.
In fondo questo catalogo ci dona sicurezza e alimenta l'appartenenza.
Appartenenza che, nel peggiore dei casi, diventa possesso e forse ha rovinato tutto quello che di più utile c'era nell'energia. Lo scambio. Creando un mare di solitudini e incomprensioni.

E così abbiamo perso il senso dell'orientamento in un luogo dove non c'era in realtà nessun bisogno di orientarsi. Ma c'era solo la necessità di perdersi.

Quando i bisogni erano bisogni primari, legati alla sopravvivenza, le domande che ballavano nella testa dell'uomo erano poche. La vita era semplicemente e selvaggiamente complicata.
Diciamo che ora è volutamente complicata.
In realtà le cose sarebbero davvero molto semplici.
Basterebbe prendere tutte le categorie e farne un bel falò.
Affidarsi semplicemente all'energia.
Gratuitamente.
Come fanciulli.
In fondo vogliamo bene a chi ci vuole bene.
Ci prendiamo cura con ardore di chi si prende cura di noi con ardore.
Amiamo chi ci ama.
La semplice regola dello scambio e dell'alimentazione dell'energia rinnovabile.
Dovrebbe essere così.
Ma è troppo tardi...(ci avevano provato anche i figli dei fiori ma è andata male)

E l'energia sale sempre più in alto...sempre più in alto...sempre più in alto...
...ma questo è solo un delirio dell' her.etico.

Come sempre incoerente.

Come sempre non date lui retta.
Domani avrà già cambiato idea.

p.s. Per un her.etico vivere nel corpo della Cri è faticosissimo...


C'era una volta, in un luogo immaginario, un pensiero comune:
Nessuno si disseta ingoiando la saliva...

domenica 2 dicembre 2012

Il segreto del buffone

Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell'interruzione, un nuovo cammino,
della caduta, un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno, un ponte,
del bisogno, un incontro.
(Fernando Pessoa)






Ci sono mali talmente grandi che nella pancia non ci stanno.
Rimangono nell'aria e girano intorno a te.
E l'aria pesante ammacca. 
Urge renderla leggera.
Solo il buffone alleggerisce l'aria.


"C'è talmente tanto dramma e tanta tristezza intorno a me che se non rido muoio."- questo disse la bambola il giorno che si truccò da buffone. Si vestì di stracci colorati e decise che la sua missione era quella di portare allegria.
Quel giorno capì che i mali più grandi, non sono quelli che fanno male, sono quelli che fanno talmente male che non li puoi sentire.
Quelli che impediscono alla vita di continuare il mestiere di costruttore.
La bambola sentì che dentro di lei c'era tanta vita e che avrebbe desiderato viverne altre sette perché tanti luoghi doveva vedere e tanti viaggiatori doveva incontrare e pensò che poteva donare un po' di quella vita a chi non la sentiva più.
Ma non conosceva nessun altro modo se non quello del buffone.
Ma cosa può un buffone contro il male?

Perché vedete, il buffone è soltanto un buffone e il suo è un amore profondo, ma lieve e bizzarro.
Il suo soffio è una brezza che muove i capelli ma non scuote.
Allora la bambola pensò che doveva aumentare la sua potenza di vento perché solo in quel modo sarebbe riuscita a salvare le costruzioni. Lei sapeva che c'era una sola grande energia che può togliere la paura.
Troppi aveva veduto intorno a lei. Troppi vedeva col volto perso nella convinzione della fine del viaggio, e nessuno a porgere loro un biglietto del treno. Il mondo chiude gli occhi.
Anche la bambola avrebbe voluto chiudere gli occhi, ma era una bambola e il meccanismo di cui era dotata non le concedeva questo privilegio. I suoi occhi si chiudevano solo mentre dormiva.

La bambola sorrise come ormai da tempo era solita fare. Vide allo specchio la sua figura colorata e pensò che aveva imparato che l'attenzione rende teneri anche i più duri.
Che tanti si nascondono. E che troppa è la solitudine.
Pensò che un Re che dona solo sacrificio, senso di colpa e ricatto ha pochi occhi felici ad ammirarlo.
Molti occhi senza sogni.
Troppi senza presente.

Poteva provarci.
Quel giorno pensò di avere un tesoro:
il segreto del buffone.


"...adesso che sei forte
che se piangi ti si arrugginiscono le guance..."

mercoledì 7 novembre 2012

Stanotte ho fatto un sogno

Stanotte ho fatto un sogno.



L'alba. Il sole sale pianino pianino. 
Sono in auto e, siccome i miei vetri sono sporchi e io sono allergico agli occhiali da sole, tutta questa luce non mi permette di vedere la strada. Mi devo fermare.
Quando riesco finalmente a riaprire gli occhi mi appare una strana visione.
Insieme al sole sta sorgendo uno strano edificio.
Posso intravederne i tetti.
Sono ferma sul ciglio della strada. Altre auto si sono fermate dietro di me. Scendo dall'auto. Per vedere meglio.
L'edificio continua lentamente a sorgere insieme al sole.
Non capisco se faccia parte del sole o della terra.
Ma ecco che ad un certo punto si staccano. Si dividono sole e terra.
Il sole se ne va a in alto. Ad occupare il suo solito posto.
L'edificio rimane a terra. Nostro.

Siamo a decine sulla strada. Senza pronunciare una parola ci incamminiamo, ancora increduli, verso quella che sembra essere un'illusione ottica.
Qualcuno ha paura.
Parlano gli occhi.
Qualcuno non crede.
Parla la fronte.
Qualcuno non vuole.
Parlano le gambe.
Qualcuno aspettava.
Parla il sorriso.

Lo strano edificio è vicino. Tanto vicino che basta un salto per raggiungerlo. Un salto molto alto. Ma un solo salto.

Entro solo attraversando una porta che non è una porta perchè anche da chiusa rimane sempre aperta.
Trovo un grande atrio ad accogliermi.
E colori.
Colori e disegni e scritte e frammenti di colori e frammenti di disegni e frammenti di scritte.
Un ordinatissimo caos colorato riempie i muri. Li riempie in maniera cosi armonica e disordinata che se anche ci fossero migliaia di crepe nessuno potrebbe vederle.
Mimetizzate.

La prima stanza senza porte che incontro è una grande biblioteca. Piena di luce.
Non ho mai visto tanti muri coperti da tanti libri.
Ci sono talmente tanti libri che non esiste più un rettangolino di muro.
Ce ne sono talmente tanti che se anche ci fossero migliaia di crepe nessuno potrebbe vederle. Nascoste.
Sul pavimento materassoni morbidoni e divani accoglienti. E tavole.
Tavole per leggere. Per studiare. Per scrivere. Per parlare. Per nutrirsi di parole e di sorrisi.

La seconda stanza senza porte che incontro è un pub. Un bellissimo pub con le luci leggermente soffuse.
La musica che mi accoglie è semplicemente una musica.
Il barman è semplicemente un ragazzo barman.
Al centro del pub una piccola pista. Al centro della pista un epicentro. L'epicentro dell'edificio.
Dove si balla di più. Dove si ama di più.

La terza stanza senza porte è anche l'ultima. Perchè tre è il numero perfetto. Perchè non c'è il due senza il tre.
La terza stanza è un terremoto di stanza.
Sui muri murales che rappresentano antichi castelli diroccati dalle cui crepe escono strumenti musicali.
Sul pavimento enormi piedi disegnati.
Piedi che saltano e ritornano in piedi.
Strumenti e spartiti musicali sparsi ovunque. Angolini per l'ascolto. Un palcoscenico a sinistra.
A destra della grande stanza c'è una piccola stanza che sembra una scatola.
I muri della piccola stanza sono ricoperti dai contenitori delle uova.
Al centro della piccola stanza una batteria. A destra della batteria una chitarra. A sinistra della batteria una tastiera e un basso. Davanti alla batteria una chitarra e una voce.

Ed è proprio in quella piccola stanza che tutto si anima. Non sono più solo.
Sento una canzone che mi piace da morire e non riesco più a stare fermo. Nessuno riesce a stare fermo. E tutti saltano e ballano. E c'è tantissima energia che invade tutto l'edificio uscito dal sole e dalla terra. Energia così potente e solare che anche se venisse un terremoto nessuno se ne accorgerebbe.



Questo post è dedicato ai ragazzi di Sanfe e ai ragazzi dell'ISIA di Faenza (Istituto Superiore Industrie Artistiche)  che hanno visitato con interesse il nostro paese e ora hanno il compito di...ripensarlo.
Grazie a Valentina e Giovanni.
her.etico.

 
 




 



sabato 20 ottobre 2012

Adolescenza

"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente. Dicono sempre "Andiamo", e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole." 
C. Baudelaire

Adolescenza
sarà anche, poeticamente parlando, la periferia dell'umanità, ma ripercorrere le zone periferiche, stando attenti alla guida, è piuttosto impegnativo. Ti viene una gran voglia di scendere dall'auto e di camminare in centro storico.
Perché, improvvisamente, da un momento all'altro, ti rendi conto che ti sei perso nella nebbia della periferia e giri intorno con la tua macchinina ma non riesci più a "seguire" chi stavi "seguendo".
E anche se fai il genitore "avanzato" che canta ogni giorno l'inno alla libertà, perdere il polso della situazione ti dà un po' da fare.

In realtà, forse, basterebbe pensare alla propria esperienza periferica , assolutamente stracolma di pericoli e dolcissimi errori.

Stasera ho mangiato le caldarroste e ho bevuto vino. Gli adolescenti stanno suonando in un posto strano. Una sorta di circolo anarchico.
Ma a loro non importa il "dove".
Loro dicono sempre "Andiamo". Loro non hanno paura di nulla e si arrabbiano se cerchi di frenarli. Si sentono trattati da piccoli. Si sentono tarpati. Perchè "i loro desideri hanno la forma delle nuvole" e le nuvole cambiano continuamente forma.
Noi, che ci sentiamo pieni di esperienza, ci mettiamo sul piedistallo e pretendiamo la ragione, ma gli adolescenti hanno sempre ragione perché sono ottusamente ragionevoli. E puri. Perché ridono e si arrabbiano per nulla. Perché lo spazio che gli concedi non basta mai. Perché c'è sempre qualcosa di più lontano da scoprire. Perché credono.


Amo molto gli adolescenti. Mi fanno imbestialire ma mi fanno anche tanto divertire.
In fondo, forse sbagliando, li giustifico sempre.
E rido, sotto i baffi, mentre li rimprovero, perché sono sinceri anche mentre dicono le bugie.

I veri viaggiatori non concludono mai il loro viaggio.
"Dicono sempre "Andiamo" e non sanno perché.
Ma noi "adulti", centro storico dell'umanità, che dettiamo regole dal nostro piedistallo di cartapesta, dove andiamo?

un her.etico innamorato degli adolescenti di ogni età.

Ad esempio di LUI...










domenica 7 ottobre 2012

her.etico genitore



7 Ottobre 2012

Oggi a Sanfe c'è stata l'inaugurazione dell'Asilo Nido e della Scuola Materna.
E anche quella dei container che ospiteranno per un anno le scuole medie.

Sarò un rincoglionito ma, tra la banda John Lennon che suonava, il discorso del sindaco e una filastrocca meravigliosa, tratta da un libro che tanti scrittori hanno contribuito a scrivere per l'Emilia, ho versato tante di quelle dolci lacrime...
...che avevo proprio voglia di versare. (Ebbene si, anche gli her.etici piangono)

La scuola è bellissima. tutta colorata. Tutta energeticamente autonoma. Con dei pannelli solari fotonici che attireranno tanta di quell'energia che i bambini saranno sempre carichi come delle molle.

Quando il sindaco ha tagliato il nastro e siamo entrati a vedere l'interno, mi è sembrato di aprire un enorme pacco regalo.
Vedere i bagnetti piccoli è stato come vedere oro.
Perchè vedete, non è scontato un piccolo water a misura di bambino.
Non è scontato un piccolo lavandino.
Non è scontato poter lavare il culetto ad un bambino dell'asilo nido con l'acqua calda.
Non è scontato il dormitorio per far riposare i bambini.
Non sono scontati i banchi e le lavagne.
Le palestre.
La cucina e l'aula mensa.

E' scontato invece che te ne accorgi soltanto quando tutto questo ti viene a mancare.

Oggi, un signore importante che ha parlato (mi scuso, ma la confusione emozionale mi ha impedito di captare chi fosse) ha detto che quando in un paese viene a mancare la Scuola, ti senti come un grande buco nel torace. Ecco, io oggi ho incominciato a riempire quel buco.

Se tutto va bene tra una quindicina di giorni sarà pronta anche la nostra Scuola Elementare.
E credo che sarà un'inaugurazione bellissima.
E che mi ci vorrà un po' di scorza per partecipare. Ma ci sarò.

Un piuttosto privo di scorza ma pompatellinnizzato her.etico

Questa è l'antologia...ALZANDO DA TERRA IL SOLE.

domenica 2 settembre 2012

Le cicatrici del guerriero



San Felice sul Panaro 
       Cantiere di costruzione di edifici temporanei che ospiteranno le scuole.


Domenica giorno di riposo. Ma non per tutti. Ho visto gli operai che lavoravano alla costruzione degli edifici temporanei che diventeranno le scuole.
E' stato bello.
E' stato bello pensare che, in fondo, poco importa quale sarà la struttura che ospiterà i bambini.
Don Milani e la Montessori non credo avessero bisogno di mura dorate.
Penso, che quello che importa davvero, siano le persone che accoglieranno i bambini. Quello che avranno voglia di fare e di trasmettere.
I nostri piccoli guerrieri hanno un esperienza alle spalle molto forte. Qualcosa che li differenzia dai loro coetanei. Le chiamerò piccole cicatrici. Che possono far male col cattivo tempo.
Un terremoto non è dolore personale. E' dolore e forte preoccupazione per coloro che hai di più caro. E' sentire la morte vicinissima. E' temere la morte vicinissima. Vissuta da te, adulto, e da lui, bambino. (Chi il 29 mattina non era insieme ai propri figli può capirmi.)
L'istituzione scuola si è interrotta all'improvviso. E con rammarico ammetto che ci ha lasciato soli per troppo tempo. Ma voglio pensare che ognuno avesse le sue buone motivazioni. Ora è tempo di guardare avanti.
Sono certo che, tutte le insegnanti, siano consapevoli che, i bambini che avranno di fronte, dovranno entrare, per la prima volta, all'interno di una struttura chiusa (i centri estivi sono tutti all'aperto) e starci per diverse ore, senza i genitori.
Sono certo che utilizzeranno tutta la loro esperienza per accogliere i bambini nel giusto modo.
Sono certo che, mai come quest'anno, si impegneranno per svolgere il loro compito nel miglior modo possibile e, insieme, lavoreremo per raggiungere lo scopo finale. Farci superare da loro.
Perchè io penso che in fondo sia questo l'unico scopo. Cercare di formare persone che siano sempre migliori di noi. E, nonostante il buio, che a volte ci coglie impreparati e ci fa sbattere la testa contro i mille ostacoli che possiamo incontrare, continuare ad impegnarci per creare dei piccoli guerrieri della luce.

"Un guerriero accetta la sconfitta. Non la tratta con indifferenza, non tenta di trasformarla in vittoria. Egli è amareggiato dal dolore della perdita, soffre all'indifferenza. Dopo aver passato tutto ciò, si lecca le ferite e ricomincia tutto di nuovo: un guerriero sa che la guerra è fatta di molte battaglie: egli va avanti." Paulo Coelho


(Penso che, d'ora in poi, her.etico parlerà solo attraverso novelle.
Ora mi voglio cullare nel privilegio di aver superato un terremoto e di avere comunque vissuto un'esperienza speciale...nel bene e nel male.)
Au revoir da her.etico

ps. Care amiche maestre come vedete nutro grandi aspettative nei vostri confronti ;-) Cri

lunedì 20 agosto 2012

Città vuota


Ultimissimisimissimissima volta che scrivo del terremoto.
Perchè vedete...uno si allontana per un po'. Vede un bel mondo fatto di cose giuste (nel senso di "non rotte"), dimentica. Pensa che in fin dei conti il mondo è tanto grande e tanto bello che, se proprio va male, un posticino dove rifugiarsi lo si trova sempre.

Ma poi si torna. E si vede che qui è ancora tutto rotto.

Sapete qual'è la cosa più rotta che vedo?
Lo sguardo degli anziani.
Puoi leggere nei loro occhi quanto sono disorientati. Quanto hanno bisogno di te che hai ancora l'obbligo e, di conseguenza, la forza per...riprogettare.
Perchè un anziano italiano è profondamente attaccato alla sua casa. Il suo sacrificio di una vita. E vederlo svanire in 20 secondi è una sorta di fallimento di ideale. Si fanno domande che mai avrebbero pensato di porsi. Si chiedono se davvero è valsa la pena lavorare una vita senza sosta, rinunciando a vedere cosa c'è fuori e ...cosa c'è dentro.

Il mattone. Quante volte ho sentito dire che è un investimento...

Pensate ad una vecchia tartaruga che ha camminato per anni senza fermarsi per proteggere il suo guscio da ogni rischio e pericolo e lo vede rompersi a due passi dal punto di arrivo.
Che voglia e che forza può avere di risollevarsi e ripartire.

Lo stimolo che ti porta a reagire nell'immediato è la responsabilità che hai nei confronti dei tuoi figli. Perchè vuoi dare loro il meglio, anche in un contesto disastrato. Ma quando i tuoi figli non hanno più bisogno di te chi ti può stimolare a ristrutturare o ricostruire una casa. E mi chiedo...chi è costretto ad accedere ad un mutuo perchè non ha altre possibilità, si troverà la porta della banca aperta a 75 anni?
Io li vedo. Ti guardano e sembrano dire..."Forse abbiamo sbagliato tutto. Forse ci sarebbe bastata una casetta grande la metà. Ma lo abbiamo fatto per voi. Voi che non volete radici. Che per lavoro sarete costretti a spostarvi chissà in quale luogo...allora forse abbiamo sbagliato davvero."
Si trovano ospiti in casa di parenti. Senza più le loro abitudini. I loro oggetti.
Il terremoto ha tolto loro ogni certezza. Non potendo vedere un futuro non riescono a fare progetti.
Fanno tenerezza. Anche i più forti. Quelli che di case sono riusciti a farne tre. Perchè capisci che in quelle case c'era la loro forza. La certezza di aver "fatto bene".

Ad Agosto le città si vuotano. Stasera ho fatto un giro nella mia "città vuota". Ho pensato che il mondo è tanto grande...e che i mattoni non sono altro che mattoni.
Un ritornato dalla villeggiatura her.etico

giovedì 2 agosto 2012

riFIORIremo (titolo rubato)

ssss...silenzio...
...sembra che Her si sia finalmente addormentata. Ha la testa più dura del marmo. Non voleva dormire. Anche il suo amico lupo le aveva detto....
...."Her dovresti prenderti un po' di vacanza da te stessa".
Le ho cantato inutilmente 100 ninna nanna...poi stasera le ho dato un colpo in testa. Per il suo bene.


"Unisciti a coloro che cantano, raccontano storie, si godono la vita e hanno la gioia negli occhi. Perchè la gioia è contagiosa e riesce sempre a impedire che gli uomini si lascino paralizzare dalla depressione, dalla solitudine e dalle difficoltà.
Unisciti a chi procede a testa alta, anche se ha gli occhi pieni di lacrime."
Paulo Coelho

Forse sarà l'ultima volta che parlerò di terremoto. Dico forse perchè cambio spesso idea.
Pensavo potesse essere utile a qualcuno o a qualcosa. Ma qualcuno o qualcosa non ha certo orecchie e occhi per un her.etico che racconta di anime terremotate e forse è tempo davvero di tornare a guardare fuori da qui.

Qualcuno o qualcosa ti chiede..."Come va? Casa e lavoro tutto a posto? Ormai vi siete risistemati. Ho letto che vi stanno arrivando un sacco di soldi! Che vi stanno ricostruendo le scuole!"
(Già, perchè i giornalisti chiamano "scuole" quelle che sono sedi temporanee)

Qualcuno o qualcosa non sa che un terremoto è molto di più di un terremoto. Un terremoto è come una bottiglia di olio che cade a terra...e si rompe. Non puoi sapere fino a dove si spanderà l'olio. Una volta raccolti i vetri, ci sarà ancora l'incognita di sapere fino a dove e fino a quando dovrai lavorare per ripulire tutto dall'olio, che nel frattempo si è infiltrato nelle fughe delle mattonelle...Non puoi sapere...forse...

Qualcuno o qualcosa non vuole sentire e vedere. Non capisce che, per un infermiere che lavora e accoglie pazienti all'interno di un tendone scuro, privo di aria condizionata, da mesi, sta diventando dura reggere. Non capisce che ci sono anzianissimi ancora nelle tendopoli e che ogni giorno, a turno, si sentono male per il caldo. Non ha un bambino che gli dice... "Mamma quando vedo le cose rotte mi riempio di brividi." Abita a pochi chilometri da qui ma non conosce.


Questa sera nella caverna si è svolto un evento in occasione dell'inaugurazione della Coop. La Coop qui per qualcuno è l'unico luogo dove scambiare due chiacchere.
Il nome dell'evento era "riFIORIremo".
Special Guest The Sea Monkeys.
Non mi sono trovato male. C'era tanta gente.
Questo posto per un her.etico sta diventando più interessante. Le femmine sono diventate tutte belle. Hanno bei vestiti, un bel colore e un buon odore. Forse perchè stanno all'aria aperta.
Sono più fiere...e più selvatiche. Molte di loro sembrano riFIORIte.
Mi auguro stia riFIOREndo il desiderio di non essere un paese dormitorio e questo dipenderà da quanto ci prenderemo cura di lui.
I miei fiori invece sono morti, ma non a causa del terremoto. Non mi sono preso sufficientemente cura di loro in un momento difficile. Di grande caldo e siccità. Ci sono momenti in cui, anche il fiore più resistente necessita di attenzioni particolari.
(Solo la rosa del deserto resiste...ma è bella solo nel momento in cui ti prendi cura di lei.)
A qualcuno o qualcosa voglio dire che NO, non siamo già a posto...abbiamo ancora un sacco di problemi reali a cui se ne aggiungono di ipotetici che riguardano le polveri che respiriamo e gli argini dei fiumi che reclameranno in autunno la loro inagibilità....ma non ci lamentiamo e poi, anche volendo, non riusciamo a guardare così lontano. L'autunno per noi è troppo distante. Siamo ancora troppo concentrati sulle priorità e sulle incognite dell'oggi. Si procede settimanalmente. E va bene così.
Rubo le parole di altri qualcuno... ( non sono nelle mie corde ma sento che volete sentirle)
Siamo dei cazzutissimi emiliani. In giro per l'Italia e per il mondo ci sono disgrazie ben peggiori. Crediamoci e riFIORIremo. (anzi credeteci e riFIORIrete)
Un momentaneamente campanilista her.etico (solo per stasera)

 Forse ultima immagine terremotata che pur essendo terremota è molto bella.
                                                    Effetto domino di Anna Confente

Forse abuso della parola forse. Mi complimento con me stesso per l'incertezza.
Onore a tutte le persone che non vivono qui ma non sono qualcuno o qualcosa...ce ne sono tante.

martedì 17 luglio 2012

Il cielo in una stanza

 "L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa… Quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire e conosce la superiorità che l’universo ha su di lui, mentre l’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero"  Blaise Pascal

La mia osservazione è stata molto faticosa.
Non so se questa fatica sia da imputare al mio improvviso risveglio o al caos che ha creato l'esplosione di sette bombe nucleari avvenuta sotto la Caverna. (Così mi hanno comunicato)

A circa due mesi da questo catastrofico, ma naturale evento, che voi terreni chiamate sisma o terremoto, sono stato chiamato a contollare l'agibilità delle anime, tenendo conto anche del livello di evoluzione degli spiriti.
Da quello che ho percepito mi sento di dire che....
....la situazione NON è sotto contollo.
Il caos dentro di voi regna ancora sovrano.
Credo che in pochi avranno l'agibilità totale...

Bilancio provvisorio sull'agibilità delle anime (post sisma)

Classe F - Le anime che vivono nei "piani bassi". Prive di spirito e attaccate visceralmente alla "roba".
Si ricostruiranno quando vedranno riaccumulata, appunto, la loro "roba".
Dentro di esse, non ci sarà bisogno di ristrutturazione poichè, dove regna il nulla, non c'è niente da rompere.

Classe E - Le anime dal "braccino corto". Dotate di spirito malevolo. 
Sono quelle che hanno una paura atavica che gli extracomunitari siano trattati meglio di loro. Quelli che prendono i pasti alla Protezione Civile, anche se potrebbero farne a meno, perchè è un "loro diritto". Quelli che si sfregano le mani perchè, la loro attività, è l'unica rimasta in piedi e hanno l'acquolina in bocca pensando ai lauti guadagni. Irristrutturabili a prescindere.

Classe D - Le anime spaventate...e basta. Superdotate di spirito ansiogeno.
Pensano solamente al fattore scossa-terrore-allarme. Allarmano se stessi e, ovviamente, chi malauguratamente gli capita a tiro.
Pericolosissimi nella fase di ricostruzione. Tenere lontano dalla portata dei bambini.

Classe C - Le anime spaventate poichè non abilitate alla durezza che... aimé... la vita può a volte propinarci. Di spirito fragile e delicato. Restie a chiedere aiuto e ad ammettere di averne bisogno. Poco aperte all'esternazione emotiva, poichè abituate a gabbie di protezione, sono ricostruibili parzialmente con l'aiuto di ulteriori sostegni e ingabbiature.

Classe B - Le anime confuse...dallo spirito affievolito, che pur essendo abilitate al "dolor"...devono fare i conti con una nuova amica. La ormai famosa "paura del nulla". Vanno messe in sicurezza. Va loro offerto un soffio. Va loro offerta la musica. Ci vorrà tempo...

Classe A - Le anime guerriere. Ricche di spirito di Zéfiro, si piegano ma non si spezzano. Combattono ogni giorno per se stessi e per gli altri. Dotati di fondamenta solide, perchè costruite con le loro stesse mani, saranno di grande aiuto per la ricostruzione di tutti. Se avete la fortuna di incontrarne una...

Classe AA - Le anime pure. I bambini, i sognatori e i menestrelli. Inondate di spirito, ovviamente, puro, che odora di Brezza di mare, si riassesteranno grazie alla fantasia e alla capacità di guardare al futuro con la speranza che contraddistingue gli ingenui...(che sono tali perchè ne sanno una più del Diavolo).

Classe AAA - Agibilità Assoluta Agli innamorati. (veri e accoppiati)
Antisismici. In continua costruzione ed evoluzione, non hanno alcuna necessità di intervento, poichè il loro spirito si trova nel massimo della sua potenza, talmente in alto da non poter percepire il tremore della terra. Rarissimi. Fruibilità completa.

                                                                     The end

L'unico suggerimento che può darvi un her.etico è....circondatevi di menestrelli.
Piangete. Ridete. Parlate. Cantate. Ballate. Amate.

                                                        Il cielo in una stanza

domenica 8 luglio 2012

Casa di bambola

Mi fa letteralmente schifo scrivere del terremoto. Perchè mi sento patetico.
Probabilmente non piace neppure a voi leggere del terremoto. Perchè è già passato. Perchè è triste e noioso.

Ma io non voglio raccontare un terremoto. Voglio raccontare quello che viene dopo.
Sento il dovere di farlo, anche se non mi piace, perchè so che prestissimo nessuno parlerà più di noi.

Perchè so che da fuori non ci si rende conto...ed è normale e sano che sia così.

Ma io vivo qui e vedo. Osservo. Ascolto.

E finchè io vedrò tendopoli e persone senza casa è giusto che abbiate la possibilità di capire anche voi. Perchè vorrà dire che quelle case non sono state ricostruite.
Finchè non vedrò scuole VERE è giusto che abbiate la possibilità di saperlo. Perchè vorrà dire che quelle scuole non sono state ricostruite.
Finchè vedrò macerie intorno a me è giusto che le possiate vedere anche voi. Perchè vorrà dire che quelle macerie non sono state rimosse.
Finchè fotograferò immagini di distruzione è giusto che le condivida con voi. Perchè vorrà dire che tante persone vivono il malessere di incontrarne la visione ogni giorno.
Finchè ascolterò anime in pena è giusto che le ascoltiate anche voi. Perchè vorrà dire che quelle anime hanno bisogno di aiuto.
Finchè coglierò che anche dopo un evento drammatico e devastante come un terremoto continuano le ingiustizie è giusto che lo cogliate anche voi. E qui non c'è un perchè.
Finchè comprerò le mie sigarette in questo container è giusto che voi siate informati di quello che accade qui. Perchè noi, qui, siamo solo all'inizio.



Mi fa letteralmente schifo scrivere del terremoto ma lo devo fare.

Per etica.

Finchè vivrò qui.

Lo farò a modo mio. Come sempre. Cercando di non essere patetico.
Non parlerò della paura delle scosse perchè ora le conosco e non ho paura. Penso positivamente che appartengano al passato.
Parlerò invece della paura del nulla...perchè il nulla non lo conosco. E non voglio che il nulla appartenga al futuro.
her etico

                                                                  Casa di bambola

martedì 3 luglio 2012

Pietre

"A una data età nessuno di noi è quello a cui madre natura lo destinava; ci si ritrova con un carattere curvo come la pianta che avrebbe voluto seguire la direzione che segnalava la radice, ma che deviò per farsi strada attraverso pietre che le chiudevano il passaggio."  Italo Svevo


Un giorno, in tempi non sospetti, il suo amico lupo le disse:
"Her deve cogliere dall'esterno ciò che la fa progredire e non distruggere."
Ripensa spesso a quelle parole in questi giorni.

Her è tornata a casa definitivamente. A volte la sera passeggia per Sanfe.
Ha respirato l'esterno....
...ma non è riuscita a cogliere nulla...solo distruzione e desolazione. E pietre.
Qualche tempo fa le sue orecchie hanno udito una parola che l'ha molto spaventata. Atarassia.
Forse, in un momento come questo, è la parola della sopravvivenza.
Her la rifiuta.
Her è agonizzante. Si sta spegnendo lentamente.
Pensava di potersi salvare ballando, ma la realtà è una colonna sonora inadatta alla danza.

Forse si addormenterà nell'indifferenza di tutti coloro che non l'hanno mai compresa.
Nel sollievo di chi non l'ha mai accettata.

Spero di riuscire a lasciarla andare ancora una volta......so che mi mancherà, ma è l'unico modo che ho per salvarla.

Ora ha bisogno di me.
Penso sia giunto il momento di uscire dal mio sonno.
Perchè ora è necessaria l'azione.
E' indispensabile la forza.
E' obbligata la razionalità.

E' consigliata l'ironia filosofica.

Cordiali saluti a tutti (vi trovo un po' invecchiati).
Uno sbadigliante e stropicciato her.etico

venerdì 6 gennaio 2012

3 Bulli e 1 pupa

Ho la sensazione che in molti pensino che i bulli di oggi siano più cattivi dei bulli di ieri...

Ricordo come fosse ieri il terrore che avevo, in terza elementare, di un bambino di cui ho sempre saputo solo il cognome. Dellera.
Non so per quale recondito motivo questo bambino ce l'avesse con me. Mi aspettava lungo la strada che portava a scuola e, regolarmente, se io non riuscivo a scappare, mi dava delle sberle.
In quarta elementare, è stato invece il turno di un certo Fabio. Mi ricordo benissimo la sua faccia. Lentigginoso e con le orecchie a sventola. Anche lui mi perseguitava.
Il mio vero incubo però è stato Mario il napoletano.
Partivo con la mia bici dalla casa della nonna, dove vivevo, per recarmi in piazza. Dovevo passare davanti alla sua fatiscente casa. Mi avvicinavo piano e, se in cortile non c'era nessuno, prendevo la rincorsa e, più veloce della luce, percorrevo quel tratto maledetto col cuore in gola.
Se invece Mario e i suoi fratelli erano fuori a giocare, per me era finita. Nella migliore delle ipotesi si limitava a lanciarmi sassi. Nella peggiore, mi rincorreva lungo la strada urlando non so quali volgarità in una lingua a me sconosciuta.
Una volta mi ha fatto cadere dalla bici e ha iniziato a tirarmi i capelli. (un classico)
Quella volta ho deciso che qualcuno doveva difendermi.
Sono tornata a casa della nonna e le ho raccontato tutto. Ilde, donna tutta d'un pezzo, si è pettinata e siamo partite.
Odoravamo di giustizia.
La nostra missione è miseramente fallita. A casa di Mario, che era una specie di discarica, ci ha accolto la madre.
Mia nonna parlava in dialetto sanfeliciano e la signora in napoletano. Credo non sia stato trasmesso neppure un concetto sensato in quel discorso.
Mario ogni tanto lo vedo. Mi sembra diventato un brav'uomo. Io, tuttora, incrociando il suo sguardo, ho un po' di tremarella.

Quest'anno alle medie hanno chiamato un esperto per tenere degli incontri, con i ragazzi, sul bullismo.
Effettivamente il problema c'è, come penso ci sia sempre stato e, purtoppo, come accade nei film, a farne le spese sono sempre i ragazzi più "debolini".
Che i bambini riescano ad essere veramente "cattivi" non è una novità.
La prevaricazione è insita nella natura infantile, adolescenziale e in certi casi adulta, in questi casi la chiamiamo "nonnismo". Non addentriamoci in altre forme di prevaricazione del tipo uomo-su-donna ecc...Penso che nella maggioranza dei casi sia sintomo di frustrazione.
Penso anche che sia importante accompagnare i bambini lungo un percorso che li renda "forti" nei confronti di questa inevitabile, anche se si spera, più lieve possibile, esperienza.
Forti nel senso che abbiano chiaro quello che è scherzo e quello che è sopruso. In modo da evitare lamentosità da vittimismo o, molto peggio, omissione di accadimenti gravi per paura di ritorsioni.
Forti nel senso che non devono aver paura a denunciare, ma neppure a difendersi in casi estremi.
Come genitore mi sento invece di dire che, tanti di noi, esasperano e drammatizzano certi eventi che, a mio parere, non sono altro che normali vicende della "scuola della vita". Ai miei tempi non c'era bambino maschio che io frequentassi che in tasca non avesse un coltellino svizzero di quelli che si comperavano in gita.
In quanto ai bulli, da casa mia ne sono passati alcuni che si sono sciolti, dopo qualche tempo, con una piccola dose di sorrisi, di fiducia e, ora che son più morbidi, accettano pure qualche abbraccio.

L'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso. Steven Bantu Biko
C'entra? Ma si, c'entra.

riMani

Oggi voglio raccontarvi l’inizio di una storia. Una storia che in realtà non ha un inizio, e neppure una fine, perché è una storia circ...