martedì 11 giugno 2013

LUCI ed OMBRE (lo straniero)

Le ombre se ne stavano tranquille
al loro posto
ma il solito rompiscatole pensò
e dopo aver pensato disse che non erano buone e giuste
ed iniziò la persecuzione.


Primo incontro:
"Zdhirtrfd esnhiresre fi ogmbriethz? (Cosa sono le ombre?)" -  chiese un giorno uno straniero curioso di passaggio sulla terra ad un anziano seduto su una seggiola davanti ad un bar dove all'interno si consumavano mani di massaie che con la monetina del carrello della Coop grattavano dei biglietti colorati e mentre grattavano parlavano e parlavano ed usciva da tutto questo cicaleccio una nenia strana fatta di lamento e di pettegolezzo che emanava un olezzo pernicioso.

(Lo straniero veniva da un pianeta senza sole e noi sappiamo bene che le ombre vivono solo dove c'è luce. Luce ed ombra non possono fare a meno l'una dell'altra.) 

L'anziano rispose: "Varda par tera. (Guarda per terra.)" (Non ci è dato sapere quale fosse il suo dialetto perchè non conosciamo il luogo in cui avvenne la conversazione.)
Il bar era in ombra in quel momento e lo straniero guardando a terra vide solo un pacchetto di sigarette vuoto, una carta prepagata, una cicles masticata, una bottiglietta di plastica consumata, una lattina di birra schiacciata, e cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, mozziconi di sigaretta fumata.
"Nbgki vidhgu ndkbruienli! (Non vedo niente!)"- disse lo straniero.
"Tze orb alora....(Sei orbo allora.)"- rispose l'anziano.
Lo straniero, che chiameremo Fredo o Frodo o Frido a seconda del momento, si allontanò, mentre un giovanotto gridò: "FUCK!!!" - schiacciando una cacca di cane che era sfuggita nella panoramica precedente.

Secondo incontro:
Frido si avvicinò cavalcando il suo cavallo di cartapesta ad una casa gialla.
Suonò il campanello.
Una voce stridula dall'interno gridò: "Chi è?"
"Zdhirtrfd esnhiresre fi ogmbriethz? (Cosa sono le ombre?)"- chiese Frido senza neppure presentarsi.
Si aprì il cancello, si aprì la porta, si aprì la tenda della doccia dalla quale uscì una donna che aveva un enorme seno, una enorme bocca e un naso piiiiccolo piccolo piccolo.
Piccolissimo.
"Che buffa domanda! Io non ti so rispondere straniero. Non capisco la tua lingua ma entra e vieni." - disse la signora infilandosi tutta quanta in un accappatoio color amaranto.
"Efzji niuscjihuni ab cazjia? (Non c'è nessun altro in casa?)" - chiese Fredo alla signora.
La signora iniziò a scuotere la testa. Destra sinistra destra sinistra.
"Sono sola. Nessuno non c'è."
Frodo vedeva un uomo sul divano con un telecomando in mano, con un telefonino nell'altra mano, con un computer sulle ginocchia e un tagliaerba che spingeva con un piede come fosse la carrozzina di un bambino da cullare. Avanti indietro avanti indietro.
E rivolto a Nessuno ripeté la sua domanda.
Nessuno alzò lo sguardo e disse semplicemente: "Non mi occupo di fantascienza."
Frido uscì dalla doccia, dalla porta, dal cancello e leggermente stordito salì sul cavallo di cartapesta.

Terzo incontro:
Un bambino correva lungo una strana strada grande piena di auto di ogni foggia e colore e camion e treni e aerei e navi.
"Fermati bambino! Da chi stai scappando?" (Dopo due ore di incomunicabilità aveva comprato un iPhone 10 e scaricato una app di traduzione  simultanea.)
Il bambino continuando a correre disse ansimando: "Dalla mia ombra"
"E perché mai? Che ti ha fatto la tua ombra?" - chiese Fredo
"Nulla, nulla, ma tutti mi dicono che devo scappare da lei e che l'unico modo per evitarla è correre, correre, correre. Tutto il giorno, tutto il mese, tutto l'anno, tutta la vita."
Frido era sempre più perplesso. "Che strane persone quelle che insegnano ad un bambino a correre per evitare un'ombra. Certo deve essere proprio una cosa malvagia e scura per fare tanta paura."

Quarto incontro:
Frodo era stanco. Aveva sete e fame. Arrivò a Roma.
Vide un bel palazzo con una grande porta e vide un uomo sudato che aveva una telecamera in mano.
Filmava il nulla.
"Cosa c'è di interessante da filmare? - chiese all'uomo sudato.
"Non le vede? Filmo le ombre che entrano nel palazzo del potere."
Fredo guardò meglio ma non riuscì a vedere nessuna ombra.
L'uomo sudato ebbe pena di Frido che si guardava intorno perplesso e con gentilezza gli disse: "Lei signor straniero non lo può sapere, ma noi ormai vediamo coloro che frequentano questo palazzo come ombre. Non riusciamo a vedere luce intorno a loro."

Quinto (ed ultimo) incontro:
Fredo affranto, non credeva più. Non avrebbe avuto la sua risposta. Si sedette su un muretto. Guardò verso il cielo. Il sole lo accecava. Abbassò lo sguardo.
Vide una figura nera. Si alzò. Si alzò anche lei.
Accanto a lui una ragazza si bagnava il collo con un fazzolettino bianco.
"Il caldo, mi piace il caldo." - disse con fil di voce.
"Sei triste? - le chiese Frido - Sei felice?"
"Sono triste e sono felice. Dipende. Mi piace essere triste e felice perché sono. Se fossi sempre triste o sempre felice non sarei. Mi piace essere a volte forte e a volte fragile. Mi piace piangere e mi piace ridere. Mi piace essere a volte simpatica e a volte antipatica. Mi piace essere me anche se a volte non mi piace per niente."
La ragazza si tolse il vestito e nuda lo baciò dolcemente con la lingua (morbido). Ed entrò nella fontana.
Una sirena partì, un'ambulanza arrivò e due ombre braccarono la ragazza. La ragazza aprì la bocca e li morsicò aggressivamente con i denti (duro).

E lo straniero capì.


"Lo straniero prese il suo cavallo di cartapesta e ci salutò con queste parole (vi faccio la simultanea che la sua è una lingua difficilissima):

"Grazie a voi ho scoperto di essere migliore di quanto pensassi.
Ho scoperto che siete fatti di luce e di ombre. Che le ombre sono le vostre paure, i vostri sensi di colpa, i vostri rancori e i vostri silenzi. E tutto ciò che vi obbligano a controllare fin da bambini. Ma che non potete controllarle in eterno e allora fate cose strane, a volte molto brutte, per dimenticarle e difendervi da esse. Dovreste fare un corso di autodifesa. Da voi stessi però. (Insomma, rilassatevi un pochino.)
Ho scoperto che ci sono anime che riescono a farvi sentire peggio di ciò che siete in realtà. Perché sono piene di ombre che non conoscono. E sono infastidite dalla luce.
Ho scoperto che, per queste anime, l'unico modo per controllare la luce è tenere ancorata in qualche modo l'ombra altrui. 
Ho scoperto che sono rarissimi i grandi in grado di accettare le fragilità e le altalene umane e che per distribuire energia senza sentirsi violati bisogna avere davvero tanta, tanta, tanta luce (e io non ce l'ho). Ma che per avere tanta luce bisogna amare anche la propria ombra.

Ho scoperto che le ombre sono importanti e affascinanti e dovete voler loro bene, per riuscire a prenderle per mano. Che l'ombra è tutto ciò che sta nascosto. 
Ma è fondamentale che non sia nascosta a voi stessi.
Ho scoperto che, in realtà, siamo i primi ad aver paura della nostra luce e che a volte è più semplice crogiolarsi nella propria ombra.
Ho scoperto che chi vi ama vi segue in luce e in ombra. Non dovete camuffarvi.
Ho scoperto che non sarò mai certo delle mie scoperte. 
Addio! Szvgjilougsrt!"
Lo straniero partì per il suo viaggio senza ritorno. Disse solo un'ultima parola senza neppure voltarsi.
Disse: FUCK!!!
Chissà perchè le parolacce si imparano con tanta facilità...."





Fine del delirio. Se avete bisogno di una traduzione sapete dove trovarmi.
her. etico

riMani

Oggi voglio raccontarvi l’inizio di una storia. Una storia che in realtà non ha un inizio, e neppure una fine, perché è una storia circ...