venerdì 6 gennaio 2012

3 Bulli e 1 pupa

Ho la sensazione che in molti pensino che i bulli di oggi siano più cattivi dei bulli di ieri...

Ricordo come fosse ieri il terrore che avevo, in terza elementare, di un bambino di cui ho sempre saputo solo il cognome. Dellera.
Non so per quale recondito motivo questo bambino ce l'avesse con me. Mi aspettava lungo la strada che portava a scuola e, regolarmente, se io non riuscivo a scappare, mi dava delle sberle.
In quarta elementare, è stato invece il turno di un certo Fabio. Mi ricordo benissimo la sua faccia. Lentigginoso e con le orecchie a sventola. Anche lui mi perseguitava.
Il mio vero incubo però è stato Mario il napoletano.
Partivo con la mia bici dalla casa della nonna, dove vivevo, per recarmi in piazza. Dovevo passare davanti alla sua fatiscente casa. Mi avvicinavo piano e, se in cortile non c'era nessuno, prendevo la rincorsa e, più veloce della luce, percorrevo quel tratto maledetto col cuore in gola.
Se invece Mario e i suoi fratelli erano fuori a giocare, per me era finita. Nella migliore delle ipotesi si limitava a lanciarmi sassi. Nella peggiore, mi rincorreva lungo la strada urlando non so quali volgarità in una lingua a me sconosciuta.
Una volta mi ha fatto cadere dalla bici e ha iniziato a tirarmi i capelli. (un classico)
Quella volta ho deciso che qualcuno doveva difendermi.
Sono tornata a casa della nonna e le ho raccontato tutto. Ilde, donna tutta d'un pezzo, si è pettinata e siamo partite.
Odoravamo di giustizia.
La nostra missione è miseramente fallita. A casa di Mario, che era una specie di discarica, ci ha accolto la madre.
Mia nonna parlava in dialetto sanfeliciano e la signora in napoletano. Credo non sia stato trasmesso neppure un concetto sensato in quel discorso.
Mario ogni tanto lo vedo. Mi sembra diventato un brav'uomo. Io, tuttora, incrociando il suo sguardo, ho un po' di tremarella.

Quest'anno alle medie hanno chiamato un esperto per tenere degli incontri, con i ragazzi, sul bullismo.
Effettivamente il problema c'è, come penso ci sia sempre stato e, purtoppo, come accade nei film, a farne le spese sono sempre i ragazzi più "debolini".
Che i bambini riescano ad essere veramente "cattivi" non è una novità.
La prevaricazione è insita nella natura infantile, adolescenziale e in certi casi adulta, in questi casi la chiamiamo "nonnismo". Non addentriamoci in altre forme di prevaricazione del tipo uomo-su-donna ecc...Penso che nella maggioranza dei casi sia sintomo di frustrazione.
Penso anche che sia importante accompagnare i bambini lungo un percorso che li renda "forti" nei confronti di questa inevitabile, anche se si spera, più lieve possibile, esperienza.
Forti nel senso che abbiano chiaro quello che è scherzo e quello che è sopruso. In modo da evitare lamentosità da vittimismo o, molto peggio, omissione di accadimenti gravi per paura di ritorsioni.
Forti nel senso che non devono aver paura a denunciare, ma neppure a difendersi in casi estremi.
Come genitore mi sento invece di dire che, tanti di noi, esasperano e drammatizzano certi eventi che, a mio parere, non sono altro che normali vicende della "scuola della vita". Ai miei tempi non c'era bambino maschio che io frequentassi che in tasca non avesse un coltellino svizzero di quelli che si comperavano in gita.
In quanto ai bulli, da casa mia ne sono passati alcuni che si sono sciolti, dopo qualche tempo, con una piccola dose di sorrisi, di fiducia e, ora che son più morbidi, accettano pure qualche abbraccio.

L'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso. Steven Bantu Biko
C'entra? Ma si, c'entra.

riMani

Oggi voglio raccontarvi l’inizio di una storia. Una storia che in realtà non ha un inizio, e neppure una fine, perché è una storia circ...