domenica 16 novembre 2014

I was not born in the USA

Se avete un pochino di tempo e un pochino di curiosità vorrei portarvi a visitare un posto.
Non dovete temere nulla.
L'unico effetto collaterale può essere un po' di frustrazione.

Venite con me.

Parte prima (dolce)

Siamo in auto e stiamo percorrendo una strada larga, in mezzi ai boschi.
Ora fate attenzione, svoltiamo e prendiamo un'altra via.
Ci siamo.
Alla nostra destra vediamo una lunga struttura, sembra un grande deposito con a fianco tanti pullman gialli che chiameremo Scuolabus. Le scuole che ho visto qui sono tutte fuori dai centri abitati. Tutte in spazi aperti e molto grandi. Gli Scuolabus sono tantissimi perché devono garantire la trasferta a tutti gli studenti.

Alla nostra sinistra uno spazio esteso, molto esteso, non vediamo la fine.
In questo spazio infinito due costruzioni, basse e immense. L'opposto dei grattacieli che ho visto a New York.
Ora svoltiamo a sinistra ed entriamo in questo spazio.
Enorme, verde.
Attorno a una delle strutture ci sono tanti giochi per bambini. Altalene, grandi scivoli e castelli da esplorare. E' una Elementary school.
Proseguiamo costeggiando un campo da calcio ed altri campi, fino a giungere ad un ampio parcheggio. Siamo davanti all'ingresso di una delle due costruzioni.
Entriamo.
Saluti.
Sorrisi.
Nice to meet you.
Siamo all'interno di una Secondary school americana. Quella che va dagli undici ai diciotto anni e comprende la middle school e l'high school.  
Una scuola di un piccolissimo paese dello Stato di New York.

Il sovrintendente ci guida orgoglioso alla scoperta della sua scuola.

Un corridoio, con tanti armadietti rossi ai lati, è una delle tante strade simili che percorreremo per visitare questo luogo che, ai miei occhi, più che una scuola, sembra già un paradiso per ragazze e ragazzi.
I corridoi sono suddivisi in base alle varie materie. Le materie scientifiche le troveremo quindi tutte nello stesso corridoio, mentre Storia, Letteratura, Lingua e Psicologia, saranno in un altro. I laboratori in un altro ancora e le aree comuni avranno la loro zona dedicata.
Le lezioni sono in corso ma il corridoio non è vuoto, ci puoi incrociare curiosi sguardi giovani o gruppi di persone che parlano tra loro.
Le porte delle aule sono aperte. Non c'è confusione ma neppure silenzio. Solo rumore di vita.

La prima "attrazione" che vediamo è un laboratorio di falegnameria con ogni genere di attrezzatura. Un laboratorio moderno e completo di ogni utensile.
Un odore di legno buono entra in maniera prepotente nelle nostre narici e pare davvero di essere presso un artigiano.
L'artigiano in questione è invece un uomo, che sta in quella che è la sua grande classe, ad attendere dei ragazzi che vogliono imparare a trasformare il legno. Un insegnante.
Qui, sono i ragazzi a spostarsi nelle varie aule o laboratori al cambio dei periods. A parte alcune materie obbligatorie, sono loro stessi a scegliere il loro percorso, che possono anche modificare.
Falegnameria è solo una delle tante opzioni che possono scegliere.
L' artigiano insegnante ci accoglie, ci spiega, ci mostra.
Orgoglioso.

Proseguiamo il nostro tour entrando nel Laboratorio di robotica e tecnologia dove un fiume di terminali vive in armonia con l'alchimia dello scienziato antico. Non c'è lezione in questo momento ma lo scienziato insegnante sta parlando con un ragazzino.
Sul bancone davanti a loro tanti pezzettini che immagino faranno parte di un grandioso progetto. Si respira aria di invenzione.
Si respira la stessa intensità di orgoglio.



Queste grandi aule sembrano in qualche modo tutte collegate tra loro. Entriamo in un luogo dove l'aria di invenzione muta, arricchendosi di arte, siamo nel Laboratorio di pottery.


La musica in sottofondo accompagna un momento nel quale sono le mani ad imparare. Il laboratorio ha una forte personalità, come gli altri che abbiamo visitato.
Pottery è un'altra materia che gli studenti possono scegliere.
La potteratrice maestra sta entrando con un carrello pieno di opere fatte da mani che stanno crescendo. Ce le mostra orgogliosa. Opere create, plasmate, scaldate, seccate, dipinte. E mentre le guardo non posso non pensare alla metafora di una vita che muta, che cresce. Per un attimo penso al vasaio de La caverna di Saramago. Alle sue statuine che devono entrare nel fuoco. Al soffio, al venticello, all'arietta, allo zefiro e a questo passo meraviglioso e illuminante di un libro per me molto importante.
http://her-etico.blogspot.it/2011/11/il-soffio-il-venticello-larietta-la.html

Il Laboratorio di informatica e web design è un vero e proprio mare nel quale al posto delle onde ci sono computer. Vorrei contarli ma l'impresa è impossibile. Temo ce ne sia uno per ogni studente. L'immenso salone viene utilizzato anche per le riunioni e per i corsi di aggiornamento degli insegnanti.

Come vediamo nei film, ogni scuola americana ha un occhio di riguardo per lo sport. Ha la sua squadra di football e le sue cheerleader, ma non solo. In questa scuola, ad esempio, il calcio, sia maschile che femminile, vede il campo riempirsi tre pomeriggi alla settimana di studenti che fanno allenamento e i coach sono insegnanti della scuola, con il loro ufficio all'interno e la classe all'esterno. Non manca neppure la piscina. Lo studente può scegliere.
Ci fermiamo a salutare il coach di soccer e ci vengono mostrate con orgoglio le tante coppe vinte dalle squadre della scuola.
Nei mesi invernali, in questa zona, ci si può inoltre iscrivere ai corsi di sci e, sempre un insegnante, un pomeriggio alla settimana, parte con uno di quei pullman gialli e porta gli studenti sui monti. Una scuola all'aria aperta.
La Palestra interna classica è completata da un'altra palestra attrezzata. Cioè, una vera e propria palestra da body building che gli studenti possono frequentare nelle pause o dopo le lezioni.
Da questa, una grande porta, si apre verso una enorme sala completamente imbottita che è la palestra per la lotta. (Ho ripetuto quattro volte la parola palestra.)
Si.
Ci sono anche le lezioni di lotta.
Può sembrare inopportuno o assurdo insegnare lotta in una scuola, ma si può scegliere.
Si può scegliere se passare un po' di tempo ad imparare la lotta o nella fornitissima e incantevole Biblioteca-Libreria della scuola.
C'è ad accoglierci una vera e propria "insegnante bibliotecaria".
La luce che entra dalle grandi finestre rende questo posto ancora più confortevole. Diversi studenti, sparsi nei vari angoli di lettura, consultano volumi. Scelgono libri.
Vorrei sedermi anche io e ritornare studente per poter approfittare di tanta ricchezza messa a mia disposizione.

Durante le pause si può approfittare anche della Sala relax. Si chiama Senior Lounge.
Ci appare come un mega salotto con tanto di schermo e divani. Ragazze e ragazzi stravaccati si concedono un po' di riposo. Possono scegliere.
Adiacente a questo angolo di pausa c'è la sala mensa, con annesso il bar. Più che una mensa da scuola sembra un grande ristorante self service. Modernissimo. Gli studenti sono comunque liberi di portarsi il pasto da casa e consumarlo insieme agli altri. Da noi è vietato. Un altro valore aggiunto ad una Scuola che non è solo dovere, ma fulcro di vita sociale per centinaia di ragazze e ragazzi. Una vita sociale che si svolge all'interno di un luogo che offre loro non solo nozione, ma possibilità di sperimentare e sperimentarsi. Conoscenza di sé.

Ora arriva la parte migliore:

Il Laboratorio di musica è un piccolo regno completamente insonorizzato nel quale si può imparare a suonare uno strumento.
Qui si impara la musica.
Gli studenti possono scegliere se e cosa imparare. Il sovrintendente ci dice che la musica ha un'importanza fondamentale nello sviluppo dei giovani.
Quello che imparano in questo regno prende poi forma e si realizza nel grande Teatro auditorium. Gli studenti, inoltre, possono scegliere di fare canto. O teatro. O danza.

Mio figlio è negli Stati Uniti da Agosto e doveva stare un semestre. Mio figlio, che ha diciassette anni e sta facendo qui il suo quarto anno di scuola superiore, ha chiesto di poter restare tutto l'anno. Tornerà a Giugno e prenderà il diploma americano in questa scuola.
Mi mancherà da morire ma credo che questa esperienza lo arricchirà talmente tanto che non ho il diritto di interromperla. In Italia ha un gruppo musicale nel quale è cantante e chitarrista. Fanno trash metal. Ha scelto tra le sue materie opzionali il canto. Canterà altro, canterà in coro. Per imparare.
Nel coro ci sono i bassi, i baritoni, i tenori, i soprani e ragazze e ragazzi di età diverse si uniscono e mischiano le loro voci in armonia e tutto ciò diviene melodia.
Ci hanno salutato così alla Secondary School.
Cantando.
E' stata una sorpresa.
Non ho saputo fermare le lacrime di gioia.

Ci ha salutato così.
Cantando per noi.
Sono orgogliosa di lui.




Parte seconda (amara)

Ho chiesto al preside se la sua scuola è un'eccellenza. Mi ha risposto di no. Mi ha detto che è al di sotto della media perché essendo una zona rurale arrivano meno fondi che in altri distretti.
Quella che vedete appena sopra è l'unica fotografia che ho scattato all'interno della scuola. Durante la visita non ho osato farlo per rispetto. Quando ho chiesto di poter fotografare il sovrintendente era assolutamente contento. Il suo orgoglio lo potevo respirare.
Questo non è un post che vuole esaltare gli Stati Uniti. Questa è solo una testimonianza. Credo ci siano scuole pubbliche altrettanto fantastiche anche in altri stati europei. Provate quindi a pensare che io abbia visitato questa scuola in mezzo al mare. In zona franca.
Io vorrei solo portare una testimonianza di scuola diversa dalla nostra. Alla quale forse abbiamo ambito, in modo differente e nostro, per un po' e che poi è tornata indietro, alla scuola prussiana. Dove tutti devono imparare le stesse cose. Dove non è contemplata l'opportunità di poter esplorare le proprie attitudini.
Non so fino a che punto potranno essere d'accordo con me i conservatori.
Io credo che amare la scuola e starci bene, non temere il giudizio o la bocciatura, poter scegliere buona parte delle materie, poter sperimentare ed esplorare tante differenze, poter imparare ad usare le mani e poter abbinare tutto questo alle nozioni, importantissime, di base, che nessuno pensa di mettere in secondo piano ma che dovrebbero essere parte dell'istruzione che, insieme a tanto altro, diviene anche cultura, sia una grande opportunità di crescita. Tutto questo altro in Italia viene offerto privatamente, fuori dall'orario scolastico. Lo troviamo ancora in qualche progetto alle scuole elementari, quasi sempre a pagamento. Alle medie entriamo nel buco nero. C'è stato un momento nel quale si potevano fare materie opzionali, poi i tagli hanno impedito ogni volo pindarico. Nella nostra scuola media i ragazzi suonano il flauto. Alle superiori la musica non esiste.
Di conseguenza è possibile fare attività diverse solo per le ragazze e i ragazzi le cui famiglie possono permettersi di pagare corsi. O attività sportive. Mentre nella scuola che ho visitato la possibilità viene data a chiunque. Possibilità di poter imparare a suonare uno strumento musicale. Di danzare, di cantare, di frequentare una palestra. Di poter fare uno sport.
L'Italia ha ormai una scuola che è diventata semplice dispensatrice di nozioni. Gli insegnanti coloro che debbono rispettare un programma che è fatto da funzionari statali. I giudizi sono numeri freddi. Le strutture obsolete.

Io vivo in un paese dove la scuola è stata costruita da poco perché il terremoto ha reso inagibile quella vecchia.
Quella vecchia era tanto vecchia. Era una vecchia scuola su tre piani.
Abbiamo tante scuole vecchie in Italia.
Ora abbiamo una struttura antisismica. A piano terra.
Una "struttura temporanea" che rimarrà per sempre. Le aule sono piccole ma la scuola è nuova e bella. La costruzione della palestra però (resa possibile anche grazie alle donazioni) è bloccata. Mi hanno detto per problemi di appalti e fallimenti. La mensa, inaugurata da poco, ha un problema acustico che pare amplifichi le voci. Ci hanno detto che il rumore dopo un po' diventa insopportabile e i bambini mangiano in fretta per poi tornare nella loro aula. Dovranno venire a fare dei controlli.
Ma va bene così.
Ci accontentiamo molto. Poi, quando ci capita l'occasione di vedere che si può fare di meglio, un po' di nervoso ci viene.
Ma appena si torna qui si viene immediatamente proiettati verso il basso e quando si è in basso si pensa a chi è ancora più in basso, per consolarsi.
Non si pensa ai diritti ma ai doveri.
Non si pensa alle tasse che si pagano, ai milioni che si sprecano e che potrebbero essere utilizzati per dare tanto di più alle scuole e a tanti altri servizi per i cittadini.
Non si pensa in grande.
Anche per questo ho voluto scrivere quello che ho visto. Per non dimenticarmene troppo in fretta.
Sarebbe interessante se, chi di dovere, ogni tanto prendesse un aereo e andasse in giro per il mondo a prendere spunti.
Le nostre riforme della scuola ormai da tempo sono semplicemente di stampo economico. Risparmiare il più possibile e risolvere i casini legati all'assurdo sistema di "reclutamento" degli insegnanti.
So che ci sono scuole in Italia che riescono ad offrire di più, che riescono a sfruttare in maniera adeguata le poche risorse. E che ci sono differenze importanti tra scuole che distano anche solo dieci chilometri l'una dall'altra. E allora mi chiedo se non ci sia anche un concorso di colpa tra uno Stato che taglia e un mondo scolastico che non ci crede più. Perché dove ci sono dirigenti scolastici e insegnanti che ci credono ancora, le scuole funzionano sicuramente meglio, anche se tutti devono fare i conti con fondi ormai raschiati dal fondo.
Quando il servizio è scarso la differenza la possono fare solo le persone. Ma non voglio entrare nel labirinto di un sistema che a mio parere andrebbe ribaltato. (E poi in questo Paese è sempre colpa degli altri.)

Io ho visto la scuola dei miei sogni. Ma non è qui. Perché se fosse qui sarebbe ancora migliore, sarebbe davvero completa, perché il bagaglio culturale italiano è immenso.
Sarebbe immenso.
Non è tutto da buttare nella nostra Scuola, anzi, c'è tanto da salvare. Dovremmo solo trovare dei governanti che ci credano, che abbiano voglia di esserne orgogliosi.
In questo post ho evidenziato le parole "scelta" e "orgoglio". Non per caso.
Credo siano due punti fondamentali.
Noi non possiamo più scegliere perché forse l'Italia ha smarrito l'orgoglio. La voglia di essere orgogliosa dei suoi ragazzi.
Le nostre eccellenze vanno a studiare, a creare e ad inventare all'estero perché qui sono inutili ed incomprese.
In Italia avremo anche i migliori studenti di storia medioevale, come dice Franceschini, ma il passato senza il futuro è soltanto acqua stagnante.
Siamo geniali ma la nostra genialità è sprecata. Mal gestita.
Questo non è un paese per geni.

Questa è solo la mia esperienza.
her.etico



Alcune informazioni:
High school è il nome utilizzato in alcune parti del mondo (in particolare in ScoziaNord America e Australia) per descrivere un ente che fornisce in tutto o in parte l'istruzione secondaria, cioè quella fase del percorso scolastico situato tra la scuola primaria e l'università. La fase precisa dell'età di accesso a questo livello di scuola varia da paese a paese e all'interno della stessa giurisdizione. In Nuova Zelanda e parti dell'Australia e Canadahigh school è sinonimo di scuola secondaria.

Negli USA

Ci sono 4 anni di high school: freshmen, sophomores, juniors e seniors. Gli studenti, per prendere il diploma nel loro senior year, devono cominciare a raccogliere crediti dal loro freshmen year. A differenza della scuola italiana, negli USA gli studenti possono scegliere i corsi da seguire, dando la precedenza alle materie obbligatorie per prendere la graduation e successivamente alle materie che, invece danno semplicemente crediti. Inoltre se si "fallisce" un corso, non si ripete l'anno, ma l'anno successivo si passa al grado superiore, prendendo però due livelli della stessa classe (quello che si è fallito e quello che effettivamente si dovrebbe seguire) così non si rimane indietro. Ad esempio se un freshman viene "bocciato" in letteratura americana 1, l'anno successivo (sophomore year) deve seguire letteratura americana 1 e 2 e passarli entrambi per avere credito pieno. L'anno è suddiviso in sei bimestri. La scala di valutazione è in lettere (A, B, C, D, F ed E) ed è basata sulle percentuali. A metà anno, alla fine del terzo bimestre ci sono i "mid term exam" ovvero degli esami su tutto il programma fatto fino a quel punto. A fine anno invece ci sono i "final", che invece si basano su tutto il programma dell'anno. Gli esami sono obbligatori per gli studenti che hanno una media inferiore alla C, per gli studenti che hanno una media della B con un giorno di assenza e per gli studenti che hanno una media della A ma con più di tre giorni di assenza.
I compiti in classe possono essere test a crocette, essays o dimostrazioni pratiche, a discrezione dell'insegnante o a seconda della materia. I corsi che vengono offerti a scuola sono molteplici e comprendono ambiti molto diversi, vanno dalle materie classiche come: matematica, studi sociali, scienze, letteratura, storia, educazione fisica, lingue, educazione civica, economia, arte ad altri tipi di corsi come: arte del dialogo o "speech", teatro, cucina, "cheerleading", architettura della rete (web design), scrittura creativa.
Ogni scuola ha la sua squadra di football e il suo team di cheerleader, vengono anche offerte molte altre attività sportive, come: basket, baseball, softball, dance team. Inoltre esistono i vari club a cui ci si può iscrivere (club di spagnolo, club di arte e design, il coro o "glee" ecc). Ogni insegnante ha la sua classe e sono gli studenti a spostarsi per raggiungere il corso. Ci sono materie obbligatorie per tutti gli studenti che devono essere seguite per un numero di anni, le altre materie possono essere scelte in base a interessi personali.

(da Wikipedia)

#scuola #istruzione

riMani

Oggi voglio raccontarvi l’inizio di una storia. Una storia che in realtà non ha un inizio, e neppure una fine, perché è una storia circ...