Pioveva.
Ho trovato per terra un'agenda.
Bagnata.
Sulle pagine non c'erano i giorni,
c'erano gli anni.
365 lunghissimi anni raccolti in pochissimo posto.
Che strano...
Ho letto le note. Bagnate.
L'inchiostro piangeva.
Ogni pagina portava la stessa,
brevissima,
frase:
"Lo faccio domani."
foto di Roberto Gatti
Il cammino dell'acqua
Sono acqua,
sono libera e cammino.
Cammino dove posso e non riesco a fermarmi.
Mi puoi indicare una via,
costruendo deviazioni o arginando situazioni.
Ma io non mi fermo. Cammino.
Raggiro gli ostacoli e non ho pregiudizi. Vado dove trovo libertà.
Seguivo un percorso,
ora l'ho perso,
ora mi sento persa.
Ho perso la strada.
Ho perso il mio letto, il mio corso, il mio senso.
Vago, vago per le campagne;
incontro luoghi,
case,
animali.
Persone.
Confuse, spaventate, dubbiose, incerte.
Sgomente.
Come me.
Che non so dove andare.
Che mi sento anche in colpa. Non volevo,
non sapevo.
Non potevo fermarmi.
In fondo ci assomigliamo.
Non ci possono contenere in argini troppo stretti o maltenuti.
Non ci possono fermare quando vogliamo camminare.
Scompaio, affondo e riaffioro dove posso. Come te.
Come i pensieri che contieni che trovano il modo di tracimare.
E tutto questo scorrere perenne è solamente eternità.
Indomabile senso di eternità.
Commovente.
RispondiEliminaS