lunedì 20 agosto 2012

Città vuota


Ultimissimisimissimissima volta che scrivo del terremoto.
Perchè vedete...uno si allontana per un po'. Vede un bel mondo fatto di cose giuste (nel senso di "non rotte"), dimentica. Pensa che in fin dei conti il mondo è tanto grande e tanto bello che, se proprio va male, un posticino dove rifugiarsi lo si trova sempre.

Ma poi si torna. E si vede che qui è ancora tutto rotto.

Sapete qual'è la cosa più rotta che vedo?
Lo sguardo degli anziani.
Puoi leggere nei loro occhi quanto sono disorientati. Quanto hanno bisogno di te che hai ancora l'obbligo e, di conseguenza, la forza per...riprogettare.
Perchè un anziano italiano è profondamente attaccato alla sua casa. Il suo sacrificio di una vita. E vederlo svanire in 20 secondi è una sorta di fallimento di ideale. Si fanno domande che mai avrebbero pensato di porsi. Si chiedono se davvero è valsa la pena lavorare una vita senza sosta, rinunciando a vedere cosa c'è fuori e ...cosa c'è dentro.

Il mattone. Quante volte ho sentito dire che è un investimento...

Pensate ad una vecchia tartaruga che ha camminato per anni senza fermarsi per proteggere il suo guscio da ogni rischio e pericolo e lo vede rompersi a due passi dal punto di arrivo.
Che voglia e che forza può avere di risollevarsi e ripartire.

Lo stimolo che ti porta a reagire nell'immediato è la responsabilità che hai nei confronti dei tuoi figli. Perchè vuoi dare loro il meglio, anche in un contesto disastrato. Ma quando i tuoi figli non hanno più bisogno di te chi ti può stimolare a ristrutturare o ricostruire una casa. E mi chiedo...chi è costretto ad accedere ad un mutuo perchè non ha altre possibilità, si troverà la porta della banca aperta a 75 anni?
Io li vedo. Ti guardano e sembrano dire..."Forse abbiamo sbagliato tutto. Forse ci sarebbe bastata una casetta grande la metà. Ma lo abbiamo fatto per voi. Voi che non volete radici. Che per lavoro sarete costretti a spostarvi chissà in quale luogo...allora forse abbiamo sbagliato davvero."
Si trovano ospiti in casa di parenti. Senza più le loro abitudini. I loro oggetti.
Il terremoto ha tolto loro ogni certezza. Non potendo vedere un futuro non riescono a fare progetti.
Fanno tenerezza. Anche i più forti. Quelli che di case sono riusciti a farne tre. Perchè capisci che in quelle case c'era la loro forza. La certezza di aver "fatto bene".

Ad Agosto le città si vuotano. Stasera ho fatto un giro nella mia "città vuota". Ho pensato che il mondo è tanto grande...e che i mattoni non sono altro che mattoni.
Un ritornato dalla villeggiatura her.etico

7 commenti:

  1. Ti quoto al 100% è il mio stesso pensiero, pensa che c'è un signore che tutte le volte mi guarda e mi ripete che ha il gelato sempre nel freezer, come se mi volesse dire che ne mangerebbe di più, ma ne ha ancora e non lo vuole buttare, solo che dorme nella tendopoli della scuola media, quindi la casa avrà sicuramente problemi

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    1. Grazie Cicci per il tuo commento e per la quotazione. :-)

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  2. Mia nonna me lo ha detto chiaro e tondo: "Ma come si fa a ricominciare tutto da capo a 86 anni?".
    Perchè per chi ci ha vissuto tutta una vita, non si tratta di un investimento, nemmeno per i loro figli. Si tratta di una parte a cui semplicemente è quasi impossibile rinunciare, come perdere un braccio. Una gamba. Una metà di cuore.
    86 e 87 anni di vita passati nello stesso posto, con i propri tempi, le proprie abitudini. Tutto finito in un'imbragatura di travi e tiranti in attesa di non si sa cosa, non si sa come.
    Si dice che qualcuno ci sia morto, per questo dispiacere.
    Si sia lasciato sconfiggere.
    Di solito evito le tirate depresse da terremoto ma grazie perchè so che qui ci si può sfogare.

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    1. Ogni tanto qualche tirata depressa ci sta...in particolare se ci sono motivi "straordinari". :-) Grazie Ali
      Anche per la condivisione.

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  3. carissima, nel vero senso della parola!
    non vedo perchè dobbiamo giurarci di non parlare più del terremoto, come di qualsiasi cosa che ci fa soffrire, abbiamo diritto e dovere soprattutto per noi stessi di parlare, arrabbiarci, sfogarci e perchè no fare riflessioni su come gli eventi ci cambiano.
    si perchè noi siamo in qualche modo cambiati per sempre col terremoto e cambieremo ancora nel corso della nostra vita e dobbiamo avere il coraggio di esprimere il nostro dolore e condividerlo.
    Pensavo oggi che il terremoto è un problema che almeno coinvolge tutti e quindi tutti ci si puo' aiutare.
    Ci sono molte malattie dove ci si sente soli nella battaglia di tutti i giorni e sai a cosa mi riferisco.
    Si è tutto rotto e davvero faccio fatica a sopportarlo ma come per una ferita aperta ci vuole il suo tempo per rimarginarsi!
    Sulla "cosa" inteso come possesso di personalmente non ho mai riposto molto della mia vita, mentre gli anziani si e vederli è uno strazio.
    dovremmo almeno noi non trasmettere ai nostri figli il senso del possesso ma dell'essenza, della passione e della condivisione. Il futuro sarà sempre piu dei servizi: perchè comprare quando puoi affittare per poi liberartene rapidamente e non condizionare la tua vita?
    Ai nostri anziani possiamo rimandare che il loro valore stà in quello che ci hanno trasmesso più che costruito.
    In ogni caso se vanno in banca il mutuo lo danno prima a loro sono gli unici ad avere entrata fissa, ma demotiviamoli perchè dare soldi alle banche andate in affitto!

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  4. ho dimenticato la firma
    anna

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    1. Sai Anna, non ci posso far nulla. Mi sento patetica a parlare del terremoto ma allo stesso tempo, visto che ci vivo dentro, fatico a non farlo. Hai ragione tu. Coinvolge tutti. Ma coinvolge noi. E mi dispiace parlarne a chi non lo conosce. Non so il perchè. Forse per orgoglio. In quanto alla "proprietà" so che la pensiamo allo stesso modo. Giusto o sbagliato che sia. :-) Grazie

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