domenica 17 febbraio 2013

Viaggiatrici e Viaggiatori

(Come si disegna la vita post 2)

Passerà anche questa stazione, senza far male.
Passerà questa pioggia sottile, come passa il dolore.
da Hotel Supramonte
Meravigliosa canzone di Fabrizio De Andrè che però non metterò in fondo al post per scelta tattica.




Perdonatemi.
Ci ho messo un po' di tempo a fare il mio disegno.
Non trovavo la matita. Non trovavo il foglio.
Poi ho sbagliato e...volevo cancellare, ma non trovavo la gomma.
Poi ho guardato Sanremo e mi sono distratto.
Poi Paco mi ha mangiato il disegno e l'ho dovuto rifare.
Poi ho guardato i programmi elettorali e ho perso tempo.
Poi è caduto un meteorite e me l'ha bruciato.
E ho ricominciato. Da capo.

In realtà...
...ci ho pensato a lungo.
La mia è un'immagine molto banale.
Un treno.
No, una stazione.
Entrambi.

Mi piace il treno.
E mi piacciono le stazioni. Senza ricamarci sopra troppa poesia con motivazioni arzigogolate.
Ognuno ha i suoi motivi per amare, odiare o provare indifferenza nei confronti del treno e delle stazioni. (E di tutto il resto.)
Il mio treno l'ho immaginato prevalentemente in corsa, tanto da concedermi di rado la vista dal finestrino.
A volte rallenta, e puoi vedere a tratti, luoghi desolati, e a tratti, scorci meravigliosi.
Raramente si ferma alla stazione.

Sul treno ci sono le Viaggiatrici e i Viaggiatori.

C'è chi viaggia in prima classe.
Non è che veda cose diverse da quelle che vedi tu. Il panorama è lo stesso. Semplicemente le guarda da una posizione privilegiata, da una poltrona più comoda. Certo, per lui il viaggio spesso è più facile, nella sua stazione di partenza c'erano un sacco di treni ad attenderlo.

Tra le migliaia di Viaggiatori che saliranno e scenderanno dal treno, pochi sono coloro che possono realmente condividere un viaggio con te.
C'è chi ti siede accanto, nello scompartimento, per un lungo tratto, ma il suo è un viaggio solitario. C'è chi invece rimarrà per un tragitto troppo breve.

Arriveranno Viaggiatrici che riempiranno lo scompartimento di un profumo buono. E vorresti non farle scendere mai.
Viaggiatori che ti faranno tanto ridere. E vorresti non farli scendere mai.

Potrai incontrare Viaggiatori che percorrono il tuo stesso cammino ma sul treno che ti corre a fianco. 
Ogni tanto ti affacci al finestrino e ne cogli lo sguardo. 
Avvenisse un incidente, potresti tirare il freno di emergenza e i treni per un attimo si fermerebbero insieme.
Per poi ripartire di nuovo.
Su binari paralleli.

Poi ci sono le stazioni.

Ad ogni stazione aspetterai, cercherai, a volte certo e a volte confuso, nel tabellone delle partenze, il tuo treno.
A volte lo perderai.
Ma non importa. Non fermarti alla stazione.

La stazione è piena di Viaggiatori stanchi.
Che con la loro valigia ormai troppo piena (o troppo vuota), stanno seduti nella sala d'aspetto con arie diverse.
Aria malinconica, aria supponente, aria rassegnata, aria cinica, senza aria.
Vai al binario. Poco importa se il prossimo treno non sarà ad alta velocità. Anche un regionale, con i suoi tempi, sarà un buon mezzo per proseguire il viaggio e incontrare altre Viaggiatrici e altri Viaggiatori.

Spero che abbiate gradito il mio disegno.
Musica. Mi raccomando. Ho scritto il post solo per farvi ascoltare la canzone (molto da viaggio in auto, verso il mare, in una notte d'estate).
Poi leggete anche la poesia sotto che è sublime.



          La stazione
Il mio arrivo nella città di N.
È avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
Ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

È avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.
Wislawa Szymborska
da PensieriParole

2 commenti:

  1. ehi, perchè nel "disegno" sembra che le due figure tornino, invece di partire?! tornano da un Altrove? aiutoooo, che ormai sia un viaggiatore stanco, di quelli di cui parli tu? per ora rimango anonimo..aspettando la tua risposta...
    dai l'idea di essere una persona con la bussola in mano, credimi!!!

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  2. Sei uno psicanalista? :-)
    Trovo strana la tua osservazione. E anche il fatto che tu veda nel mio disegno due figure. Non limiterei mai la vita a due soli viaggiatori.
    Non ho pensato mentre "disegnavo". Ho lasciato scorrere la matita.
    Vero è che il disegno viene utilizzato, in particolare per quanto riguarda i bambini, per coglierne il carattere, traumi o verità celate.
    In quanto al viaggiatore stanco, lo sono molto anche io. Ma non posso fermarmi. E quindi ho alleggerito un po' la valigia.
    La bussola invece me l'ha regalata mia nonna. Un dono molto prezioso per me che ho visto chi l'ha persa davvero. Io la tengo in un posto sicuro, posso dimenticarla, mi succede, ma perderla no.
    Grazie per il tuo commento. Rileggerò con attenzione il mio post. Magari grazie a te scoprirò qualcosa di me che non conosco.
    Un saluto Cri

    RispondiElimina

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