domenica 2 marzo 2014

Cronaca surreale di una giornata (circa) reale

Sono le sei e trenta e suona la sveglia.
Suona la sveglia e sono già sveglia.



"Surrealismo" 

Sono le otto.
Sono le otto e arriva la Vedova travestita da vedova. 
La Vedova arriva in auto con il suo figliolo, l'Orfanello. Orfano di padre morto ma che in realtà pare sia fuggito fingendosi morto. Il suo cadavere non fu mai trovato. 
La Vedova lo porta sempre con sé, prigioniero di una cornice, per illudersi di averlo comunque incastrato per sempre.
Salgono sull'auto, ovviamente nera, la Tata Candida e la Bambina perduta. 
Le due donne, mature ma mai maturate, hanno rughe da cuscino che, neppure se esistesse già la Staedler, potrebbero essere cancellate. 
Lo sconforto le avvolge.
A Sant'Agostino decidono di fermarsi in una locanda, sperando nel miracolo di un caffè. Entrano sfidando gli sguardi curiosi degli autoctoni. (L'Orfanello si vergogna per quelle due anime senza pudore.)
La caffeina entra in circolo ma il miracolo non avviene.
Ripartono.
Ridendo.

Oggi la strada è meravigliosa. La luce è meravigliosa. Il sole ci è amico.
(Speriamo anche i fotografi.)


Alle ore che non si ricordano raggiungono un Lido. Davanti a loro, una sbuffante e polverosa corriera carica di persone o personaggi. Gente curiosa. 
I due mezzi si fermano dinanzi ad una spiaggia deserta. E la discesa ha inizio. 
Pare una corriera magica. Con centomila posti. 
Scendono le persone e i personaggi e non finiscono mai. 
Insieme a loro, buffi soggetti vestiti con abiti futuristi. Appeso al collo, un aggeggio che assomiglia vagamente alla macchina fotografica del loro amico Fotografo. Che siano fotografi pure loro?




Come attratti da un richiamo di sirena tutti i personaggi si dirigono verso il mare. La spiaggia pare non finire mai (quando giungi in riva, ai Lidi Ferraresi, è opportuno che non ti venga mai una necessità urgente di tornare indietro). 
Camminano leggeri sulla sabbia, accompagnati da palloncini, ombrellini e antiche gabbiette abitate da immobili uccelli. 
La Vedova e la Tata Candida proseguono a fianco della colorata Prostituta e parlano fitto. Pare vogliano carpirne i consigli segreti. Un Prete ronza nei paraggi, forse desideroso di redimerle o di rubare loro una piccante confessione mentre il giovane Chierichetto alza gli occhi al cielo.
Davanti a loro, la Diva, acceca la folla con il rosso del suo abito e con la lunghezza, surreale, del suo bocchino. Indossa occhiali enormi, scuri, per coprire la malanotte e per non accecarsi da sé.
Ogni tanto si ferma. Riposa e sbuffa bianco fumo.



Gli strumenti dei Musici allietano la loro migrazione verso il mare. 
Un sole complice della benevola follia, promette luce fino alla fine del giorno e stormi di gabbiani giocano a planare su un calmo mare di Febbraio che, ancora senza trucco, li accoglie con il più nudo e sincero "Buongiorno!".




Il mare non appare, il mare è.
Lo puoi fotografare ma non lo puoi catturare. Un Pittore con la sua tavolozza lo guarda estasiato ma, privo di tempera non lo può immortalare. Fantasioso e ricco di tempra, si avvicina ad una giovane violinista per intingere il suo pennello in quell'essere colorato.




Ed è proprio in riva al mare che un esercito di soldati stanchi si unisce al gruppo. Il loro Generale è un bambino. 

Privati di ogni senso e consenso possono finalmente abbandonarsi al dolce nulla della loro voglia di pace. Le Donne soldato ammirano la volpe al collo di una Dama e pudicamente sentono il desiderio di spogliarsi delle loro divise e liberare le piccole bambine nascoste da troppo tempo dentro di loro.


Il giovane Generale vede l'Orfanello e la Bambina perduta, che ormai non sono più soli, volare sulla spiaggia rincorrendo palloncini. Giocano con resti di un naufragio (o nubifragio) e disegnano forme fantastiche sulla sabbia. 
Il Generale bambino, arruolato per errore o mercenario per necessità, abbandona la sua posizione di comando per lasciarsi catturare dalla voglia di giocare. L'Orfanello gli parla come solo due veri uomini sanno parlare tra loro. E lo convince a disertare.




Ma ecco che da lontano giunge una musica nota, familiare. Un motivo che puoi amare o odiare.
Una marcia nuziale.
Una bianca e giovane Sposa a braccetto con uno scuro e attempato Sposo sono pronti a pronunciare una sillaba sibillina.
Tutti i teatranti, i "magicanti" e i futuristi sono invitati ad assistere alle nozze.
Una torta di candido cartone sigillerà l'unione. Giuseppe Verdi sarà il testimone.
Il Sindaco farà loro da Cicerone in questa pittoresca città, ormai di frontiera, chiamata Matrimonio, ricca di intricate vie nelle quali è facile perdersi.



Ma le feste in un mondo surreale non finiscono mai. La piccola principessa oggi compie cinque anni e la nobile Dama madre (che ha anche un neonato che passa i suoi giorni in una carrozzina rasoterra e non piange mai) le organizza una festa danzante.
"Si spengano le candeline, 
si canti il motivetto, 
si aprano le danze!!!"
Danzano coppie surreali (e male assortite) al suono dei musici. 
Un valzer senza senso, senza tempo, in silenzio. 
Un giovane Cameriere passa tra gli invitati con calici di assenzio. 
I bambini sorridono al colorito Burattinaio e ridono alle smorfie di due Pagliacci malandrini.



La festa sta scemando. Gli invitati se ne vanno. 
Un Giornalista e una Ragazza con la gabbietta (giovane e surreale animalista) continuano a danzare allontanandosi morbidamente. 
Lievemente. 
Danzando.



Stoooop!
Grida l'uomo col megafono. Si mangia.
Per trenta minuti tutto torna all'anno 2014.
Nel gnocco farcito e nella Coca-Cola, di surrealismo, se ne trova poco.
La fame, si sa, è un fatto molto reale.
Una Suora in Rayban si fa lucertola tentata dal primo sole che incontra per strada.
La chiamano "pausa pranzo".


Pomeriggio.

Di nuovo un richiamo. Di nuovo musica. Un circo è arrivato alla spiaggia.
Pagliacci e Musici ci invitano allo spettacolo.
Un Domatore tenta l'impresa ardua di ammaestrare una Domatrice.
Una coloratissima Pagliaccia distribuisce caramelle al gusto di sorriso e tenerezza.



Ma un Fellini assorto, in lontananza, non sente aria di festa. Solo vento di ricordi. Osserva senza vederlo un orizzonte che assomiglia tanto al suo. 
Pensa a Gelsomina e alla sua strada. A quello che che è stato e che non tornerà.




La sposa già badante e le sue dame, nel frattempo, stendono panni al sole.
Sole.
Parlano tra loro di bucato e baci.
Un'amica che viene dal futuro ha detto loro che il postino suona sempre due volte. Ma in questo tempo andato, suona due volte soltanto il campanello della bicicletta. Consegna lettere che arrivano da lontano, da luoghi di guerra. Consegna lettere scritte da mani sporche di carbone.




A poche centinaia di metri di sabbia si consuma un picnic, un amore, un dolore. 
Una Dama bianca e il suo Dottore innamorato, nascosti tra ricci e rovi, abbandonano per sempre la speranza di un bacio alla luce del sole e salutano un mare amico che li ha fatti incontrare. 
Coppie ormai scoppiate ballano annoiate sulle note di Buonasera Dottore.

Due ballerine recitano in riva al mare, una danza di pace e di guerra. L'amore senza speranze e senza fine tra il bianco e il nero.




La sera.

La sera annuncia lieve che sta per arrivare.
Un Carabiniere in attesa di prendere servizio la accoglie, sperando anticipi una nottata tranquilla e scacciando, senza successo, il pensiero senza senso di una Dama colorata, che ha incrociato il suo sguardo millenni fa, in una notte di luna piena. 



Imbruna. La Violinista dai capelli che assomigliano ai miracoli accarezza il suo violino e il nostro udito con note antiche e suadenti.
Un trombettista jazz suona la sua serenata alla sua Musa Musicista e la sua preghiera al cielo.
Lo prega di perdonare gli uomini che hanno smarrito un segreto:
il senso profondo della fantasia.




La Suora è perduta.
Amen.
her.etico


Grazie a tutti i personaggi sopracitati.
Grazie a questa esperienza surreale (che diverrà una mostra fotografica reale).
Grazie a tutti i fotografi:
Roberto Gatti
Giulio Pola
Raffaella Pola
Pasquale Sistenti
Antonella Rinaldi
Cristiano Barbi
Emilio Carnevale
Giancarlo Calzati
Enrico Calzati
Ruggero Risi
Davide Bergamini
Nino Modena
Gianni Berengo Gardin
Mosè Franchi
Luciano Bovina









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